La dieta mediterranea è stata studiata nel breve e nel lungo termine e gli studi ne hanno evidenziato le potenzialità, in termini di prevenzione sia primaria che secondaria. Grazie alla presenza degli acidi grassi omega-3, derivanti da pesce, frutta secca ed oleosa ed all’utilizzo dell’olio extravergine di oliva, si è dimostrata efficace nel controllo sia del peso corporeo che dei meccanismi metabolici sottendenti l’aumentato rischio cardiovascolare: diminuzione di livelli di trigliceridi sierici, delle VLDL, delle LDL, con ridotta formazione delle LDL piccole e dense, dunque facilmente ossidabili e maggiormente aterogene, riduzione dell’espressione di ApolipoproteinaB, aumento delle HDL, ottimizzazione del metabolismo degli zuccheri, potenziamento dei sistemi antiinfiammatori con miglioramento della funzione endoteliale e conseguente riduzione dei markers di infiammazione, degli eventi cardio/cerebrovascolari, del diabete mellito e delle patologie croniche autoimmuni e neurodegenerative, unitamente a migliori outcomes in termini di riduzione del rischio di ri-ospedalizzazione in soggetti cono anamnesi positiva per una o più delle suddette patologie. Tra gli studi che hanno indagato l’efficacia dell’applicazione di un regime alimentare di tipo mediterraneo in prevenzione secondaria si segnalano i seguenti: il Lyon DietHeartStudy (Francia 2001), l’Indo-MediterraneanHeartStudy (estensione del precedente: India-Europa 2002), Mediet Project (Italia 2002) e Medi-RIVAGE Study (Francia 2004). Tali studi hanno tutti confermato la superiorità della dieta mediterranea rispetto a schemi alimentari semplicemente ipocalorici ipolipidici. Per quanto riguarda l’efficacia in termini di prevenzione primaria si segnala lo studio PREDIMED (PREvenciòn con DIeta MEDiterrànea, Spagna 2013), nel quale è stato considerato il seguente end-point composito: infarto miocardico acuto non fatale, morte cardiovascolare, stroke non fatale unitamente a mortalità per tutte le cause, incidenza di angina pectoris, interventi di rivascolarizzazione miocardica, scompenso cardiaco, sviluppo di diabete mellito, demenza e cancro. Nella valutazione clinica sono stati misurati i seguenti parametri: profilo glicometabolico, assetto lipidico, pressione arteriosa sistemica, markers di infiammazione, peso e composizione corporei. Al termine del follow-up, durato 5 anni, si dimostrava una riduzione del 30% del rischio cardiovascolare. 9, 13, 41, 42, 43 Inoltre, la dieta mediterranea si è dimostrata efficace nella riduzione degli introiti energetici grazie alla ricchezza di fibre, che determinano un prolungato senso di sazietà, favoriscono il transito intestinale con preservazione di un microbiota “sano”. A ciò si associano una “densità energetica” e un indice e carico glicemico inferiori (carboidrati complessi a basso IG), un ridotto apporto di grassi saturi a favore di quelli mono e poli-insaturi e una vasta gamma di alimenti aventi proprietà antiossidanti, da cui la possibile potente azione anti-ageing e la correlazione con l’aumentata longevità delle popolazioni “mediterranee”. 9, 10, 13, 17, 34, 44